formikaio


Testi FRANCESCO GUCCINI - STAGIONI (1999)


FRANCESCO GUCCINI - STAGIONI (1999)

SONGLIST:
Stagioni 
Autunno 
E un giorno 
Ho ancora la forza 
Inverno '60 
Don Chisciotte 
Primavera '59 
Addio 
 



STAGIONI 

Quanto tempo � passato da quel giorno d'autunno
di un ottobre avanzato, con il cielo gi� bruno,
fra sessioni di esami, giorni persi in pigrizia,
giovanili ciarpami, arriv� la notizia...

Ci prese come un pugno, ci gel� di sconforto,
sapere a brutto grugno che Guevara era morto:
in quel giorno d'ottobre, in terra boliviana
era tradito e perso Ernesto "Che" Guevara...

Si offuscarono i libri, si rabbui� la stanza,
perch� con lui era morta una nostra speranza:
erano gli anni fatati di miti cantati e di contestazioni,
erano i giorni passati a discutere e a tessere le belle illusioni...

"Che" Guevara era morto, ma ognuno lo credeva
che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva...
"Che" Guevara era morto, ma ognuno lo credeva
che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva...

Passarono stagioni, ma continuammo ancora
a mangiare illusioni e verit� a ogni ora,
anni di ogni scoperta, anni senza rimpianti:
" Forza Compagni, all'erta, si deve andare avanti! "

E avanti andammo sempre con le nostre bandiere
e intonandole tutte quelle nostre chimere...
In un giorno d'ottobre, in terra boliviana,
con cento colpi � morto Ernesto "Che" Guevara...

Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa
che "Che" Guevara � morto, mai pi� ritorner�,
ma qualcosa cambiava, finirono i giorni di quelle emozioni
e rialzaron la testa i nemici di sempre contro le ribellioni...

"Che" Guevara era morto e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva, che qualcosa finiva...
"Che" Guevara era morto e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva, che qualcosa finiva...

E qualcosa negli anni termin� per davvero
cozzando contro gli inganni del vivere giornaliero:
i Compagni di un giorno o partiti o venduti,
sembra si giri attorno a pochi sopravvissuti...

Proprio per questo ora io vorrei ascoltare
una voce che ancora incominci a cantare:
In un giorno d'ottobre, in terra boliviana,
con cento colpi � morto Ernesto "Che" Guevara...

Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa
che "Che" Guevara � morto, forse non torner�,
ma voi reazionari tremate, non sono finite le rivoluzioni
e voi, a decine, che usate parole diverse, le stesse prigioni,

da qualche parte un giorno, dove non si sapr�,
dove non l'aspettate, il "Che" ritorner�,
da qualche parte un giorno, dove non si sapr�,
dove non l'aspettate, il "Che" ritorner� !


 
AUTUNNO
 
Un'oca che guazza nel fango,
un cane che abbaia a comando,
la pioggia che cade e non cade
le nebbie striscianti che svelano e velano strade...

Profilo degli alberi secchi,
spezzarsi scrosciante di stecchi,
sul monte, ogni tanto, gli spari
e cadono urlando di morte gli animali ignari...

L'autunno ti fa sonnolento,
la luce del giorno � un momento
che irrompe e veloce � svanita:
metafora lucida di quello che � la nostra vita...

L'autunno che sfuma i contorni
consuma in un giorno pi� giorni,
ti sembra sia un gioco indolente,
ma rapido brucia giornate che appaiono lente...

Odori di fumo e foschia,
fanghiglia di periferia,
distese di foglia marcita
che cade in silenzio lasciando per sempre la vita...

Rinchiudersi in casa a aspettare
qualcuno o qualcosa da fare,
qualcosa che mai si far�,
qualcuno che sai non esiste e che non suoner�...

Rinchiudersi in casa a contare
le ore che fai scivolare
pensando confuso al mistero
dei tanti "io sar�" diventati per dempre "io ero"...

Rinchiudersi in casa a guardare
un libro, una foto, un giornale
e ignorando quel rodere sordo
che cambia "io faccio" e lo fa diventare "io ricordo"...

La notte � di colpo calata,
c'� un'oscurit� perforata
da un'auto che passa veloce
lasciando soltanto al silenzio la buia sua voce...

Rumore che appare e scompare,
immagine crepuscolare
del correre tuo senza scopo,
del tempo che gioca con te come il gatto col topo...

Le storie credute importanti
si sbriciolano in pochi istanti:
figure e impressioni passate
si fanno lontane e lontana cos� � la tua estate...

E vesti la notte incombente
lasciando vagare la mente
al niente temuto e aspettato
sapendo che questo � il tuo autunno...
che adesso � arrivato...




E UN GIORNO 
 
E un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgi
che non sono pi� quei fantastici giorni all'asilo
di giochi, di amici e se ti guardi attorno non scorgi
le cose consuete, ma un vago e indistinto profilo...

E un giorno cammini per strada e ad un tratto comprendi
che non sei la stessa che andava al mattino alla scuola,
che il mondo l� fuori t'aspetta e tu quasi ti arrendi
capendo che a battito a battito � l'et� che s'invola...

E tuo padre ti sembra pi� vecchio e ogni giorno si fa pi� lontano,
non racconta pi� favole e ormai non ti prende per mano,
sembra che non capisca i tuoi sogni sempre tesi fra realt� e sperare
e sospesi fra voglie alternate di andare e restare...
di andare e restare...

E un giorno ripensi alla casa e non � pi� la stessa
in cui lento il tempo sciupavi quand'eri bambina,
in cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa
di cose incredibili e di caffellatte in cucina...

E la stanza coi poster sul muro ed i dischi graffiati
persi in mezzo ai tuoi libri e a regali che neanche ricordi,
sembra quasi il racconto di tanti momenti passati
come il piano studiato e lasciato anni fa su due accordi...

E tuo padre ti sembra annoiato e ogni volta si fa pi� distratto,
non inventa pi� giochi e con te sta perdendo il contatto...
E tua madre lontana e presente sui tuoi sogni ha da fare e da dire,
ma pu� darsi non riesca a sapere che sogni gestire...
che sogni gestire...

Poi un giorno in un libro o in un bar si far� tutto chiaro,
capirai che altra gente si � fatta le stesse domande,
che non c'� solo il dolce ad attenderti, ma molto d'amaro
e non � senza un prezzo salato diventare grande...

I tuoi dischi, i tuoi poster saranno per sempre scordati,
lascerai sorridendo svanire i tuoi miti felici
come oggetti di bimba, lontani ed impolverati,
troverai nuove strade, altri scopi ed avrai nuovi amici...

Sentirai che tuo padre ti � uguale, lo vedrai un po' folle, un po' saggio
nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio,
la paura e il coraggio di vivere come un peso che ognuno ha portato,
la paura e il coraggio di dire: " io ho sempre tentato,
io ho sempre tentato...



 
HO ANCORA LA FORZA 
 
Ho ancora la forza che serve a camminare,
picchiare ancora contro per non lasciarmi stare
ho ancora quella forza che ti serve
quando dici: "Si comincia !"

E ho ancora la forza di guardarmi attorno
mischiando le parole con due pacchetti al giorno,
di farmi trovar l� da chi mi vuole
sempre nella mia camicia...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'�
e al mondo sono andato,
dal mondo son tornato sempre vivo...

Ho ancora la forza di starvi a raccontare
le mie storie di sempre, di come posso amare,
di tutti quegli sbagli che per un
motivo o l'altro so rifare...

E ho ancora la forza di chiedere anche scusa
o di incazzarmi ancora con la coscienza offesa,
di dirvi che comunque la mia parte
ve la posso garantire...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'�
nel mondo sono andato,
dal mondo son tornato sempre vivo...

Ho ancora la forza di non tirarmi indietro,
di scegliermi la vita masticando ogni metro,
di far la conta degli amici andati e dire:
" Ci vediam pi� tardi ..."

E ho ancora la forza di scegliere parole
per gioco, per il gusto di potermi sfogare
perch�, che piaccia o no, � capitato
che sia quello che so fare...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'�
col mondo sono andato
e col mondo son tornato sempre vivo...




INVERNO '60
 
Le nove di sera, domenica sera d'inverno,
fa freddo, c'� nebbia,
in fondo alla strada s'� accesa l'insegna
"Blue Garden: si balla ".
Qualcuno ha gi� aperto le grandi vetrate d'ingresso,
canter� Baby Silver,
qualcuno gi� in sala accenna sul piano un motivo di blues...

Si veste un cameriere, � domenica sera,
si annoda un orchestrale la cravatta in seta nera,
e indossa il capo orchestra la giacca in lam� blu...

Nel bar di luci e specchi col ghiaccio dentro ai secchi
c' � un giovane invecchiato che non sorride pi�....

Le dieci di sera, domenica sera d'inverno
che gocciola fumo,
ma dentro alla sala il caldo dimentica
il resto del mondo...
L'orchestra ha finito un brano dal ritmo latino,
" Cuban cha-cha-cha "
singhiozza il clarino seguendo il ricamo di note in " Stardust "...

Bisogna divertirsi, � domenica sera,
c'� da dimenticare la noia pesa e nera,
c'� da dimenticare la favole che fu...

Potere dire " vivo ! " sull'onda d'un motivo
stringendosi una donna che non si vedr� pi�...

E' l'una passata, domenica sera d'inverno,
ormai luned�,
persone che sciamano macchiano il buio di risa
e rimpianti,
l'insegna violenta i visi che mordono freddo
di atroce blu-neon,
poi a un tratto si spegne e non resta che il suono dell'oscurit�...

C'� da ricominciare un'altra settimana
strascinando nei giorni l'attesa quotidiana,
scordando e stemperando la tua precariet�...

La notte sale adagio, la strada � di un randagio
che annusa i suoi fantasmi e abbaia alla citt�...



 
DON CHISCIOTTE 

 [ Don Chisciotte ]
Ho letto millanta storie di cavalieri erranti,
di imprese e di vittorie dei giusti sui prepotenti
per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanza
come un vigliacco ozioso, sordo ad ogni sofferenza.
Nel mondo oggi pi� di ieri domina l'ingiustizia,
ma di eroici cavalieri non abbiamo pi� notizia;
proprio per questo, Sancho, c'� bisogno soprattutto
d'uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto:
vammi a prendere la sella, che il mio impegno ardimentoso
l'ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso,
e a te Sancho io prometto che guadagnerai un castello,
ma un rifiuto non l'accetto, forza sellami il cavallo !
Tu sarai il mio scudiero, la mia ombra confortante
e con questo cuore puro, col mio scudo e Ronzinante,
colpir� con la mia lancia l'ingiustizia giorno e notte,
com'� vero nella Mancha che mi chiamo Don Chisciotte...

[ Sancho Panza ]
Questo folle non sta bene, ha bisogno di un dottore,
contraddirlo non conviene, non � mai di buon umore...
E' la pi� triste figura che sia apparsa sulla Terra,
cavalier senza paura di una solitaria guerra
cominciata per amore di una donna conosciuta
dentro a una locanda a ore dove fa la prostituta,
ma credendo di aver visto una vera principessa,
lui ha voluto ad ogni costo farle quella sua promessa.
E cos� da giorni abbiamo solo calci nel sedere,
non sappiamo dove siamo, senza pane e senza bere
e questo pazzo scatenato che � il pi� ingenuo dei bambini
proprio ieri si � stroncato fra le pale dei mulini...
E' un testardo, un idealista, troppi sogni ha nel cervello:
io che sono pi� realista mi accontento di un castello.
Mi far� Governatore e avr� terre in abbondanza,
quant'� vero che anch'io ho un cuore e che mi chiamo Sancho Panza...

[ Don Chisciotte ]
Salta in piedi, Sancho, � tardi, non vorrai dormire ancora,
solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora:
per i primi � indifferenza e disprezzo dei valori
e per gli altri � riluttanza nei confronti dei doveri !
L'ingiustizia non � il solo male che divora il mondo,
anche l'anima dell'uomo ha toccato spesso il fondo,
ma dobbiamo fare presto perch� pi� che il tempo passa
il nemico si f� d'ombra e s'ingarbuglia la matassa...

[ Sancho Panza ]
A proposito di questo farsi d'ombra delle cose,
l'altro giorno quando ha visto quelle pecore indifese
le ha attaccate come fossero un esercito di Mori,
ma che alla fine ci mordessero oltre i cani anche i pastori
era chiaro come il giorno, non � vero, mio Signore ?
Io sar� un codardo e dormo, ma non sono un traditore,
credo solo in quel che vedo e la realt� per me rimane
il solo metro che possiedo, com'� vero... che ora ho fame !

[ Don Chisciotte ]
Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch'io un realista,
ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,
l'apparenza delle cose come vedi non m'inganna,
preferisco le sorprese di quest'anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realt� che hai l� davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire...

[ Sancho Panza ]
Mio Signore, io purtoppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,
ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?
In un mondo dove il male � di casa e ha vinto sempre,
dove regna il "capitale", oggi pi� spietatamente,
riuscir� con questo brocco e questo inutile scudiero
al "potere" dare scacco e salvare il mondo intero ?

[ Don Chisciotte ]
Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perch� il "male" ed il "potere" hanno un aspetto cos� tetro ?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignit�,
farmi umile e accettare che sia questa la realt� ?

[ Insieme ]
Il "potere" � l'immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte:
siamo i "Grandi della Mancha",
Sancho Panza... e Don Chisciotte
 



PRIMAVERA '59
 
La giapponese rise con i seni in mano
poi, con un gesto lieve, in aria li gett�,
al volo di piccioni che, planando piano,
con remiganti aperte al suolo si allarg�...

La piazza di San Marco si ferm� un istante,
Firenze, in primavera, quasi scompar�
e rimanesti solo, l�, nell'inquietante
primavera dei vent'anni che nell'anima fior�...

E andasti ad aspettarla con il cuore in gola
e dentro un'emozione antica ti bruci�...
Sciamavano ragazze fuori dalla scuola
riempiendo quella strada che s'illumin�

di voci, risa, grida, giovent� e richiami,
ma la sua voce chiara il nome tuo chiam�:
ti corse incontro accesa, ti afferr� le mani,
vi guardaste silenziosi e poi forte ti abbracci�...

E credevate che
sarebbe stato eterno quell'amore,
quel fiore non avrebbe mai visto l'inverno,
quel giorno non sarebbe mai mutato in sera,
per voi sarebbe stata sempre, sempre primavera...

Adesso dove sei, bimba d'allora,
con i tuoi sedici anni e il tuo sorriso ?
Chiss� se senti che ti pensa in questo autunno,
che consuma ora piano
anche il ricordo del tuo viso ?

Ma i giovani s'illudono d'essere immortali
e che ogni storia duri per l'eternit�;
non sanno quanti fili, trame occasionali,
si tessono o svaniscono in casualit�...

Una stagione muore, un'altra prende il volo,
sai quando inizia, non se e quando finir�,
ma � bella l'illusione di un momento solo,
quella luce che ti abbaglia, anche se si spegner�...

Ma allora, a pranzo in una trattoria,
scrutando ansiosi il tempo che passava,
poi un cinemino, persi in galleria,
per qualche bacio che per� bastava...

Di corsa al treno per il tuo ritorno,
l'ultimo bacio lungo il marciapiede:
tanto veloce vol� via quel giorno,
poco quel tempo da passare assieme...

Di ritornare forse le giurasti
mentre era ferma, immobile nel pianto:
parole perse, so che non tornasti
da quella donna allora amata tanto...

E tutto � solo un episodio, un giorno,
un uscio chiuso che non si aprir�,
una partenza che non ha ritorno
come il tempo in questo autunno,
che la nebbia scioglier�...

... ed io rimasi solo, l�, nell'inquietante
atmosfera dell'autunno, che quest'anima fer�....
 



ADDIO - STAGIONI 
 
Nell'anno '99 di nostra vita
io, Francesco Guccini, eterno studente
perch� la materia di studio sarebbe infinita
e soprattutto perch� so di non sapere niente,
io, chierico vagante, bandito di strada,
io, non artista, solo piccolo baccelliere,
perch�, per colpa d'altri, vada come vada,
a volte mi vergogno di fare il mio mestiere,

io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni...

E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,
ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"
alle futilit� pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro modelle senza umanit�
alle sempiterne belle in gara sui calendari,
a chi dimentica o ignora l'umilt�...

Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,
io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,
io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi d'elementari ed uno d'universit�,
ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civilt�...

Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando per� sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
per� � amico di tutti perch� non si sa mai,
e poi anche chi � di destra ha i suoi pregi e gli � simpatico
ed � anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d'imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l'unica fede il cui sperare...

Nell'anno '99 di nostra vita
io, giullare da niente, ma indignato,
anch'io qui canto con parola sfinita,
con un ruggito che diventa belato,
ma a te dedico queste parole da poco
che sottendono solo un vizio antico
sperando per� che tu non le prenda come un gioco,
tu, ipocrita uditore, mio simile...
mio amico...



<-- Elenco dei Testi e degli Artisti

Creative Commons